lunedì 7 maggio 2018

Quando il viaggio è fiabesco: alla ricerca della fata danzante nella Lapponia finlandese

Ok, diciamo pure che nella maggiore parte dei casi è il motivo principale di un viaggio nell'estremo nord europeo. La ricerca della fata verde. Ho detto estremo nord, quindi più sù dell'Olanda, non fraintendetemi. La fata verde di cui sto parlando è l'aurora boreale (Northern Lights).

L'AURORA BOREALE. Tutti abbiamo studiato quelle nozioni basilari di geografia astronomica che ci ricordano che questo fenomeno è causato dall'interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare con la ionosfera terrestre. Le particelle "eccitano" gli atomi dell'atmosfera che "diseccitandosi" in seguito emettono luce di varie lunghezze d'onda. Ogni singola interazione genera un piccolo flash di luce e miliardi di questi piccoli flash in sequenza generano l'effetto di una tenda di luce che sembra danzare in cielo. E' così che nasce l'aurora boreale.


Considerati gli elevati costi di viaggio e soggiorno nei paesi scandinavi, non si può lasciare al caso l'organizzazione di un viaggio finalizzato per lo più a vedere l'aurora, perchè il rischio sarebbe quello di spendere alcune migliaia di euro senza vedere nulla (chiaramente ci sono altre attività da fare e su queste ci sarà un altro post, ma il vero motivo del viaggio è riuscire a "vedere la fata verde che danza". Di seguito vi spiego come ottimizzare un viaggio alla ricerca dell'aurora boreale e come sono riuscito a vederla e fotografarla.
Sebbene non ci siano certezze di assistere a questo spettacolo naturale, ci si può lavorare sopra. Io ad esempio ho studiato con particolare dettaglio le condizioni ideali con molto anticipo. 

DESTINAZIONE. Prima di tutto occorre andare, come dicevo, il più vicino, e ben oltre se possibile, al circolo polare artico. Per cui si può vedere in Islanda (che è appena sotto il circolo), ma anche in Scozia. E' chiaro però che se si vogliono maggiori chance, senza andare in Alaska o Canada, occorre spostarsi nel nord Europa. In particolare, i posti ideali sono Kiruna e l'osservatorio di Abisko in Svezia, Tromso e Senja in Norvegia, oppure la zona di Inari/Saariselka in Finlandia. 



Io ho scelto quest'ultima meta. Saariselka si trova circa 250 km sopra il circolo polare artico e si raggiunge con un volo da Helsinki di circa un'oretta, atterrando all'aeroporto di Ivalo, non prima di avere dato una spruzzatina di antigelo sulle ali s'intende. 


E ricordando che parlare di pista è un po' esagerato. Diciamo che l'aereo deve centrare quell'unica striscetta nera che si percepisce nel bianco più assoluto che circonda tutto il paesaggio.





PERIODO. Il periodo ideale va da ottobre ad marzo, ovvero nei mesi in cui ci sono minori ore di luce nei paesi scandinavi. Io ho scelto il mese di febbraio e la settimana in cui la fase lunare era di totale oscurità del nostro satellite. Questo perché una prima condizione è il buio totale. Chiaramente però prenotando i voli con notevole anticipo (almeno 3 mesi nel mio caso) non è possibile fare previsioni su altri fattori altrettanto importanti, quali le condizioni meteo.

CONDIZIONI METEO. Le condizioni meteo da monitorare sono in particolare la nuvolosità e l’intensità del fenomeno. Ci sono diverse app molto attendibili che consentono di capire quanto fortuna avremo. Io sono stato abbastanza fortunato su questo punto, perché in tutto il mese di febbraio il caso ha voluto che la massima intensità del fenomeno si verificasse proprio nei 5 giorni del mio soggiorno. So di gente che in 10 giorni di attesa al freddo non ha visto nulla…
L’indice KP (il kappa planetario) va da 0 a 9 e normalmente un valore superiore a 3 è già molto buono. Nei giorni in cui ero presente il KP era pari a 4....per intenderci da 5 in sù si parla di tempesta solare... 
Le app oltre a riportare questo index, indicano anche le probabilità di vedere il fenomeno in ciascuna ora del giorno. Questo perchè il fenomeno esiste anche durante le ore di luce, ma ovviamente non è possibile vederlo. Esistono diverse app e consiglio di scaricarne 3-4 per trovare quella che fa al caso proprio e di studiare qualche giorno prima della partenza.

Al contempo, però, le previsioni sulla cloudness erano fin dieci giorni prima della partenza abbastanza negative: 100% di nuvole nei 5 giorni di soggiorno. Ero distrutto. Non c'era nulla che potessi fare al riguardo. Incomincia quindi la fase ossessiva: in quei giorni non fai altro che consultare continuamente le app sul meteo (nuvolosità) e sul fenomeno (KP) nella speranza che cambi o migliori qualcosa...

DOVE VEDERLA. Nonostante, mi trovassi in un cottage fuori dal centro di Saariselka, le speranze di vederla direttamente dalla propria camera sono nulle. E, per quanto romantico, sarebbe anche troppo comodo...una soluzione è quella di pernottare negli igloo in mezzo al bosco, ma il costo per notte è davvero proibitivo, almeno per le mie tasche...




Le prime sere, tuttavia, non siamo neppure usciti. Del resto, sapendo che il cielo è totalmente coperto e di fronte alla stanchezza delle giornate piene di attività all'aperto, e alla sauna bollente in camera, e ai -20° esterni, non hai tanti stimoli ad uscire. E così è stato anche per la sera successiva. 

Il terzo giorno improvvisamente appare un poco di sole già al mattino, e nel pomeriggio le condizioni meteo sembrano ulteriomente migliorare...l'app prevede nuvolosità pari al 30% e al 10% dopo le 23.00: ci sono le condizioni!


INIZIA L'AURORA HUNTING. Dopo cena, già con tutta l'attrezzatura fotografica e le protezioni contro il freddo caricate in auto (evitate una congestione allo stomaco al riguardo), ci muoviamo alla ricerca della fata. 
Vari chilometri in varie direzioni alla ricerca di un posto sufficientemente isolato e al buio ma non troppo....infatti, da un lato hai bisogno del buio assoluto, dove non passano auto per intenderci e non ci siano lampioni (fuori quindi dai pochi centri "abitati"), dall'altro lato, invece, devi evitare di trovarti in piena notte da solo con l'auto impantanata nella neve o che slitta sul ghiaccio, perchè rischi di dovere passare la notte fuori (in quei luoghi puoi vedere passare un'auto anche ogni due ore). Per quanto, infatti le auto abbiano le ruote chiodate e guidare sulla neve è relativamente semplice, c'è sempre il rischio di dovere chiamare una ruspa per tirar fuori il mezzo dal ghiaccio, come in questo caso.



Non sapendo inoltre dove metti i piedi al buio, potresti trovarti immerso in un attimo con la neve che arriva fino ai fianchi...e uscirne non è semplice nè divertente.

LA PRIMA DANZA. Ci appartiamo in varie aree di sosta, usciamo e rientriamo in auto freneticamente in attesa di un segnale ma non si vede nulla... ci spostiamo e rispostiamo e subentra delusione e stanchezza....poi d'improvviso in un'area di sosta vedo dei giapponesi con la macchina fotografica puntata verso l'alto che scattano.
Mi fermo e chiedo loro se l'avessero già vista. Mi dicono di sì. Ed io: "ma dove?". "Proprio lì, in alto", puntando il dito verso una striscetta grigia che, tuttavia, nel monitor della sua reflex appariva come una striscetta verde. Di nuovo delusione. "Allora il fenomeno - penso - appare verde solo quando immortalato nelle macchine fotografiche, ma ad occhio nudo non è altro che una nebbiolina bianca!".
In realtà, si stava solo avvicinando. Stava salendo sul palco. Sapeva che già da tempo, anche da giorni, tanta gente l'attendeva e non poteva più negarsi. 
Devo subito impostare la macchina fotografica. Ho studiato su internet tutti i dettagli: 
  • Impostare ISO al massimo, sopra i 3200 almeno (la mia Canon EOS 400D ormai con 11 anni di vita arriva a 1600 al massimo, ma va bene lo stesso;
  • disattivare lo stabilizzatore;
  • disattivare l'autofocus;
  • inserire la lente grandangolare (10 mm);
  • usare soprattuto una lente molto luminosa (la mia non scende sotto i F4.0 o qualcosa del genere, ma fa lo stesso);
  • usare cavalletto e stabilizzarlo sulla neve (ricordando che le parti in alluminio possono congelare);
  • usare lo scatto a distanza o, come nel mio caso, l'autoscatto;
  • mantenere tempi di esposizione pari a 30 secondi, comunque variabili in relazione all'intensità e alla velocità del fenomeno.
Quindi devo levarmi i guanti. Il freddo è irresistibile. Di solito appena scendi dall'auto hai un paio di colpi di tosse, perchè l'aria frizzante ti pizzica immediatamente la gola. 


Dopo pochi minuti senti così freddo alle dita che sembrano quasi bruciare. Inutile dire che da Decathlon avevo comprato quei sacchini autoriscaldanti per le mani ma che li avevo lasciati nel cottage...imposto la macchina e rimetto subito i guanti. Dopo poche ore al freddo, se non adotti le dovute precauzioni, ti ritrovi le mani in queste condizioni:


 Che poi è sempre meglio che così ovviamente: 


Finalmente, d'improvviso, quell'immobile striscia grigia comincia a divenire sempre più verde e sempre più in movimento.
La fata ha iniziato la sua danza. 
Francesi, tedeschi, giapponesi, koreani. Ti ritrovi in uno dei posti più sperduti del pianeta, con una densità abitativa bassissima e sei circondato da gente proveniente da ogni parte del mondo solo per assistere alla danza. 
Verde, rosa, fucsia, blu. Sta cambiando repentinamente i suoi abiti di scena e balla sempre più velocemente. Ed è lì che non ti importa più di impostare la macchina fotografica e di scattare con l'otturatore aperto per 30 lunghissimi secondi. Metti tutto da parte e ti godi solo lo spettacolo. Non senti più freddo, l'euforia e lo stupore mette le lacrime agli occhi. 
Non ci sono, a mio avviso, altri spettacoli naturali così intensi da suscitare queste emozioni. Si avvera un sogno. La fata è apparsa, danza ed è lì proprio per noi, che abbiamo atteso con fiducia che si esibisse.
Le espressioni di stupore sono in tutte le lingue ma si comprendono benissimo...semplicemente nessuno crede ai propri occhi.













Quando finisce di danzare, soddisfatti e adrenalinici per esser riusciti a vederla e a fotografarla, alle 00.30 andiamo nell'unico pub di Saariselka a festeggiare con un boccale di birra fredda (!) e a vedere subito le foto dal monitor della reflex...







Poi non resisto, riprendo il cellulare e guardo nuovamente l'app per conoscere il fattore KP. Sta salendo ancora! E' ormai l'1.30 del mattino e siamo davvero stanchi ma sappiamo che la fata è lì fuori, e forse solo per noi perchè gli altri turisti sono andati a dormire, sta danzando e non osservarla sarebbe offensivo. Immagino già lo spettacolo e l'idea di osservarla in esclusiva, da soli nel buio e silenzio più assoluto. 

LA SECONDA DANZA. Ci rimettiamo così in auto e cerchiamo un punto un poco più vicino (rispetto alla piazzola a 10 km di distanza) per osservarla. E' un posto surreale: è il punto più alto di una collina vicino Saariselka (ricordando che l'intera Finlandia è per lo più pianeggiante) dove è stata installata un'intera parete di legno alta e lunga per proteggere il più possibile la strada dalla neve che il vento a quell'altezza spazza via....è un posto surreale, lunare, già di giorno, come nelle foto che vedete.
Il luogo, per quanto romantico al tramonto, mette ansia perchè è vasto a perdita d'occhio - non è l'ideale per chi ha problemi di agorafobia - e quella barriera di legno sembra quasi delimitare la civiltà dall'infinito.
Ecco di notte, quando non si vede nulla, e si intravedono solo queste barriere a distanza, quel nulla osservato di giorno oltre le barriere appare solo immaginabile e spaventano davvero tanto. Provare per credere.







Ad ogni modo, spengo i fari e il motore, scendo con la macchina fotografica rimontata sul cavalletto e provo a scattare altre foto, come questa che sembra mostrare un'autostrada sopra la nostra testa.




Soddisfatti per avere goduto intimamente dell'ultimo ballo, alle 3.00 del mattino andiamo finalmente a dormire.
La sera successiva ci riproviamo ma con scarsi risultati. Aveva davvero ballato solo quella notte e non avevamo altro da chiedere.

E' bene sapere che ci sono anche agenzie che organizzano uscite in notturna per cercare l'aurora, con possibilità in alcuni casi di rimborso nel caso in cui non si vedesse. Abbiamo assistito a questi tour tipici da "turisti giapponesi": dopo averli fatti ubriacare, salgono sul pulman e si fermano in un'area di sosta. La guida quindi mostra qualcosa in cielo e loro abboccano sotto i fumi dell'alcol...a parte lo scherzo, anche le uscite in pulmino, per quante ben organizzate, non avranno mai il fascino di fare aurora hunting da soli. Sarebbe come se pagaste qualcuno per portarvi a vedere un tramonto. Non c'è romanticismo, non c'è fatica, non c'è ricerca nè passione. 

Vi consiglio quindi di non ricorrere a queste escursioni ma di fare tutto da voi. La fata danzante non si farà attendere se avete organizzato un minimo il vostro viaggio. E anche se il freddo, l'attesa e la stanchezza possono pesarvi, alla fine assisterete ad uno degli spettacoli più belli che la natura ci possa offrire.

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